Trailer Mattia Pascal

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Il Fu Mattia Pascal di Livio Galassi

Fare di un romanzo teatro costringe alla scelta di un ineludibile  tradimento: privilegiare lo stile letterario e quindi tradire il teatro o reinventare una struttura drammaturgica a scapito della letteratura? E’ mai possibile trasferire sulla scena le introspezioni e le dinamiche  dei pensieri scritti senza ridurre ferire umiliare l’ispirazione  dell’autore? Cosa resta del testo costretto a drastiche potature? Dove  svapora la sua linfa creatrice? In una trama affrettata? In un senso  svuotato di aggettivi? Meccanismo pretestuale senza segreti esistenziali che solo la pagina scritta chiarisce e motiva. Ma se il romanziere già   cova il germe teatrale della sua futura e geniale drammaturgia, sta alla sapiente intuizione del riduttore individuare in questo romanzo che è  dramma commedia tragedia e farsa, ricco di colpi di scena, di dialoghi  dinamici ed esaustivi, il segno potente della sua potenziale teatralità. Una teatralità  che Tato Russo piega alla comprensione più profonda del  senso di questo testo complesso dove il protagonista muore e rinasce,  autore del proprio personaggio cercato e costruito nell’ansia della  propria libertà. Ma la vertigine del reinventarsi, dopo un’effimera  ebbrezza non fa che aggiungere alle frustrazioni precedenti da cui non  si esce, le frustrazioni del nuovo stato in cui non si è liberi di  identificarsi e il cui naturale percorso riconduce al primitivo  ristagno. E tutto ciò filtrato dalla memoria. Solo una regia audace  intuitiva e senza inibente soggezione può tradurre visivamente il  labirinto mentale in cui si inabissa l’autore, imponendo nitore  stilistico, coerenza e significato: in ciò sta il rispetto. L’ammasso  delle reminescenze si dipana nella luce esangue dei ricordi rivissuti,  che filtra e adombra le più accese emozioni: è un mondo di vivi e di  morti che convivono evocati, e delle evocazioni hanno le voci afone ed i gesti rarefatti: mentali e deformati dalla rivisitazione; un mondo di  anime deluse e perdenti, intrise delle infelicità  e delle contraddizioni che corrodono tutti i destini: quelli reali e quelli inutilmente  reinventati.

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